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STILLS OF PEACE

AND EVERYDAY LIFE  Ed.VIII

Italia e COREA DEL SUD:
una ricerca del senso del contemporaneo

4 lugLIO – 22 agosto, 2021 / ATRI (TE)

       

Stills of Peace and Everyday Life – Edizione VIII

Dopo Pakistan, Spagna, Francia, Cina, Marocco, Iran e Giappone, Stills of Peace 2021 continua il suo viaggio di confronto e conoscenza delle culture artistiche del mondo incontrando la Corea del Sud, un paese con una cultura millenaria considerato da sempre una sorta di ponte tra le “tigri” dell’Oriente, Cina e Giappone. La Corea del Sud oggi è forse uno dei Paesi che più contribuisce a ridiscutere i modelli dell’occidentalismo e che mostra una delle più forti spinte creative in quasi tutti i settori artistici, dal cinema, alla musica, alle arti visive.

Fondazione Aria mette in scena ad Atri l’ottava edizione della rassegna d’arte e cultura contemporanea con un team di cinque curatori, quattordici artisti invitati, cinque mostre, di cui una dedicata alla fotografia, e una rassegna di cinema sudcoreano in lingua originale con sottotitoli in italiano.

Scultura, pittura, installazioni, fotografia, videoarte, performance, cinema, sono i medium di un dialogo e di un confronto interculturale: Stills of Peace è apertura all’incontro e al rispetto delle differenze, la mutua conoscenza concorre alla comprensione profonda dei comuni valori umanistici ed esistenziali, che sono alla base di ciascuna specifica Cultura, ed è capace di generare un patrimonio che rende tutti più ricchi, di umanità innanzitutto.

PROGRAMMA:

Cortile di Palazzo Acquaviva – Atri

MA.CO. / Maratona del Contemporaneo

4 luglio

18.00 – Inaugurazione Rassegna Stills of Peace diretta da Giovanna Dello Iacono.
Inaugurazione mostre

5 luglio

18.00 – Visite guidate sedi mostre Stills of Peace
20.30 – Presentazione rassegna Cine Korea a cura di Pino Bruni
21.00 – Proiezione film Ebbro di donne e di pittura di Im Kwon-Taek

MOSTRE:

4 LUGLIO – 22 AGOSTO, 2021 / ATRI (TE)

ORARI: 10.00 – 12.00 / 16.30 – 19.30 / 21.00 – 23.00 / Chiuso lunedì mattina

Cisterne di Palazzo Acquaviva – Atri

Beyond the Diary – Jukhee Kwon

Diario delle 365 figure – Andrea Fogli

A cura di Antonio Zimarino

Una doppia mostra, due differenti modalità di immaginare il racconto e lo spazio tra espressione, interiorità, desiderio di condivisione profonda. Due diversi approcci generazionali, due modi di dare forma alla propria cultura, al proprio universo visuale, intimo e concettuale, alle proprie considerazioni sul mondo e sul ruolo che l’arte ha in esso.

Per Jukhee Kwon le parole, il libro, la carta e la lettura sono concetti-oggetti fragili, indeterminati ma diventano simbologie plastiche, strutture fisiche dell’identità di uomini e culture, riversando, donando, incontrando e cambiando la vita reale. La carta, materia umile e banale è stata e continua ad essere veicolo e supporto di forme, di immaginari, di saperi, di costruzione di culture: è forma o parola, oggetto o supporto del concetto, via di contemplazione visiva e di ricostruzione interiore.

Andrea Fogli ci lascia entrare in un racconto interiore che si snoda tra forme appena in via di definizione umana; ciascuna di esse, ciascun segno, ciascuna parola ha il potere di farci immaginare le infinite possibilità che il nostro vivere offre, ponendoci in una sospensione poetica che diviene condizione di possibile libertà, accettazione dell’indeterminato, atteggiamento di stupore curioso sul senso dell’esistere e del divenire.

MUSEO ARCHEOLOGICO – Atri

Unnamed Road – Jungjin Lee

A cura di Paolo Dell’Elce

Unnamed Road è una ricerca fotografica realizzata dall’artista coreana tra il 2010 e il 2011 che ha fatto parte del progetto Israel: This Place. Un progetto che ha coinvolto dodici fotografi internazionali con lo scopo di restituire un ritratto poliedrico dei territori contesi tra Israele e Palestina.

Jungjin Lee ha viaggiato a lungo in terra d’Israele, ma il suo lavoro fotografico si è concentrato in particolare sulla strada che collega le città della Cisgiordania. L’artista sembra sospendere ogni giudizio riguardo gli accadimenti politici e il conflitto arabo-israeliano che ha drammaticamente segnato la storia di questi territori cercando di porsi al di sopra delle parti. Si concentra, invece, sugli aspetti geofilosofici ed estetici disegnando una mappa interiore che darà adito ad una ulteriore presa di coscienza di se stessa e del proprio lavoro ed evidenzierà la sua personale visione del paesaggio come luogo della mente e della sensibilità.

È una dimensione estetica, quella di Unnamed Road e di Jungjin Lee “sanza tempo tinta”, che va delineando un tòpos geofilosofico sospeso, apparentemente avulso dalle congiunture e dalle cronache del presente, dove l’essere umano si palesa – dopo la distruzione e l’abbandono di cui egli stesso è causa ed effetto – nei propri resti, evidenziando il disgregamento e la conseguente desertificazione del luogo antropico e il disagio di uno sradicamento dalla storia: la sua alienazione più che l’identità.

Museo Archeologico – Atri

Per fumum / Attraverso il fumo

Seo Young Chang, Yun Choi / Minhwi Lee, T-Yong Chung, Soko Hwang, Geumhyung Jeong, Eemyun Kang, OH You kyeong, Young Joo Lee, Kim Myeongbeom
A cura di Eva Comuzzi

Il titolo della mostra Per fumum / Attraverso il fumo, derivazione etimologica di “Profumo”, rimanda sia all’assenza dell’odore dell’altro, avvenuta durante il lockdown, sia ad uno dei principali sintomi provocati dal virus e andrà a riflettere direttamente e indirettamente su tali tematiche.

Protagonista sarà pertanto l’essere umano sempre più fragile, vulnerabile e paranoico, che si confronterà con le questioni relative al postumanesimo, transumanesimo, alla biopolitica, alla polis genetica e robotica, al corpo nomadico ma anche spirituale. I nove artisti invitati presenteranno una serie di lavori che spaziano dalla scultura alla pittura, dal video all’installazione, all’interno dei quali la metamorfosi e la relazione con il sé e lo spazio risultano essere determinanti.

ARTISTI IN MOSTRA:
Seo Young Chang, Yun Choi / Minhwi Lee, T-Yong Chung, Soko Hwang, Geumhyung Jeong, Eemyun Kang, OH You kyeong, Young Joo Lee, Kim Myeongbeom.

Palazzo Cardinal Cicada – Atri

Vizi di forma – Barbara Uccelli

A cura di Mariano Cipollini

La raccolta di opere che l’artista Barbara Uccelli propone è un’attenta ricerca volta a rintracciare l’insistenza di imperfezioni o errori comportamentali presenti nei consorzi umani. Anomalie mai corrette che, con il trascorrere del tempo, si sono radicate e amplificate sui sistemi relazionali delle società. Hanno generato modalità di pensiero e atteggiamenti nell’agire umano, causa di veri e propri sconvolgimenti nelle libere espressioni dell’esistenza. Le ripercussioni derivanti, non prive di sofferenze e incomprensioni, non favoriscono né il giusto vivere e neanche la necessaria armonia tra uomo e donna, tra differenti stili di vita, di etnie e di pensieri.

Nelle sale di Palazzo Cicada e negli spazi esterni, l’artista concepisce un percorso espositivo multidisciplinare. Dall’azione performativa alla fotografia, dalle installazioni alla video arte. Partendo da alcune opere realizzate all’inizio della sua carriera, da sempre attenta a tematiche relative al sociale, al femmineo, alla preservazione del pianeta, ha realizzato alcuni lavori appositamente pensati per il Palazzo di Atri. Dalle fiabe della buona notte mai narrate, alle spose bambine, agli sconvolgimenti ambientali, ai genocidi. Tematiche molto forti che l’artista tratta con delicatezza e rispetto degli individui che ne sono stati e ne sono ancora coinvolti e, loro malgrado, protagonisti.

CINEMA:

Cortile di Palazzo Acquaviva – Atri

Cine Korea – rassegna di cinema sudcoreano

Proiezioni in lingua originale con sottotitoli in italiano
A cura di Pino Bruni
5, 12, 19, 26 luglio / 2, 9 agosto 2021 – ore 21.00

Perché è doveroso dare uno sguardo al cinema coreano? Sebbene sia una realtà sin dal 1928, solo negli ultimi vent’anni ha saputo farsi largo nel mondo dell’intrattenimento globale, raggiungendo mete ambite come i festival europei di Venezia, Cannes e Berlino. La cinematografia coreana è come un mosaico, in cui i tasselli sono i generi e i sottogeneri narrativi che sono stati usati, stravolti e spremuti sino all’ultima goccia. Dai film di guerra ai film romantici, dai film d’azione agli horror, passando anche dal western. Il cinema in Corea, fin dopo la fine della guerra coreana, è sempre stato sotto il controllo degli ordini di vigilanza americani e di seguito ha subìto il forte controllo di due dittature militari: solo agli inizi degli anni ’90 le produzioni e i registi furono finalmente liberi di esprimersi. C’è stata una sorta di rivoluzione nel cinema di Seoul, poiché le pellicole americane, cinesi e giapponesi occupavano il 90% delle proiezioni locali. Un salto di qualità, un maggior coraggio e una lungimiranza e speranza per il nuovo millennio, ha spinto quindi le case di produzione a investire in generi diversi: poliziesco, thriller, dramma, commedia, horror e azione.

Nel pieno rispetto delle disposizioni previste per contenere la diffusione della pandemia da Covid-19, per assistere alla rassegna Cine Korea è necessario prenotarsi attraverso il sistema predisposto dal Comune di Atri.

Lunedì 5 luglio – ore 21:00
Ebbro di donne e di pittura (2002) di Im Kwon-taek
Ispirato alla storia del pittore coreano Ohwon Jang Seung, il film racconta alcuni episodi della sua vita ripercorrendo in parallelo gli eventi cruciali del suo Paese. Anarchico, narcisista, gran bevitore e amante appassionato, fa dell’anticonformismo esistenziale la fonte di ispirazione imprescindibile per la sua straordinaria vocazione estetica. Premiato al Festival di Cannes, il film vibra di dettagli da tradurre in segni, immagini e parole che sembrano nascere direttamente dai dipinti, pervasi da un senso d’urgenza e di inspiegabile rabbia.

Lunedì 12 luglio – ore 21.00
Poetry (2010) di Lee Chang-dong
Insignito del premio per la miglior sceneggiatura al Festival di Cannes, è il toccante ritratto di un’anziana signora che lavora come badante e vive un principio di Alzheimer, ma frequenta dei corsi di composizione poetica e locali di lettura di poesie, nel vano tentativo di comporre un’opera propria che non riesce a causa della mancanza di ispirazione. Al contempo si prende cura del nipotino adolescente. Il regista Lee Chang-dong, già ministro della cultura in patria, lo ha definito “un film sulla bellezza dell’invisibile”.

Lunedì 19 luglio – ore 21.00
Pietà (2012) di Kim Ki-duk
Vincitore del Leone d’oro al Festival di Venezia, Pietà narra del misterioso rapporto che intercorre tra un uomo brutale, che lavora per gli usurai, e una donna di mezza età che sostiene di essere sua madre, mescolando simbolismo cristiano a contenuti sessuali. Ma da spietato strozzino, il ragazzo si rivelerà essere un bambino fragile e bisognoso di attenzioni, dipendente dalla figura materna. L’arrivo di una figura sacra, la Pietà, provocherà un ribaltamento completo nella vita di Kang-do, per la prima volta dalla stessa parte delle persone che con disprezzo ha tormentato.

Lunedì 26 luglio – ore 21.00
Snowpiercer (2013) di Bong Joon-ho
Tratto da una graphic novel, Snowpiercer rappresenta il debutto cinematografico in lingua inglese per il regista Bong Joon-ho. Ambientato nel 2031 in un mondo decimato da una nuova era glaciale, causata da esperimenti falliti per fermare il riscaldamento globale, un gruppo di sopravvissuti rimane in vita all’interno di un treno, lo “Snowpiercer”, che continua a spostarsi intorno alla Terra e si procura l’energia necessaria attraverso un apparente motore perpetuo. Film sulla lotta di classe, mette in scena un treno che è motore di una surreale e terribile allegoria della società.

Lunedì 2 agosto – ore 21.00
Oldboy (2003) di Park Chan-wook
Vincitore del Gran premio della giuria a Cannes, è la storia di un uomo comune che si risveglia e scopre di essere stato rapito e rinchiuso in una piccola e squallida cella-appartamento, dalla quale è impossibile fuggire. La cella è dotata di una vecchia TV, tramite la quale l’uomo apprende dell’omicidio della moglie, attribuito proprio a lui, sparito nel nulla: è l’inizio di un’odissea lungo la quale il protagonista costruisce la sua vendetta. Raffinatezza e violenza procedono di pari passo mettendo in scena la legge dell’occhio per occhio, nella quale però la linea della moralità è molto meno nitida di quanto si possa pensare.

Lunedì 9 agosto – ore 21.00
La collina della libertà (2014) di Hong Sang-soo
Il film racconta di un giapponese che torna a Seoul per ritrovare una donna che non vede da due anni. Nel frattempo vive alcune curiose avventure in città, che racconta in una lettera alla donna, nella speranza che questa possa leggerla. Ma aprendo la lettera costei fa cadere le pagine, smarrendo così il loro ordine originale: le leggerà in questa nuova sequenza, cercando di ricostruire quanto avvenuto al giapponese. Si tratta di una riflessione sulla soggettività del tempo dove cinema e vita paiono ormai indistinguibili: passato, presente e futuro si confondono nelle trame di questo racconto.

Stills of Peace and Everyday Life
Una ricerca del senso del contemporaneo

STILLS of peace and everyday life è un progetto, promosso dalla Fondazione Aria, fondato su una ipotesi sperimentale: realizzare “eventi” d’arte e cultura attraverso l’incontro, la comunicazione e la conoscenza di differenti tradizioni culturali nel Mondo. Tali eventi intendono iniziare a costruire una rete globale di connessioni e collaborazioni che attraverso la produzione di ulteriori eventi, porti ad una conoscenza e ad un rispetto delle Culture stesse, valorizzandone reciprocamente la Bellezza e la profondità.  Sociologia, Arte Contemporanea, Economia Sostenibile, Didattica sono le discipline che concorrono al dialogo e alla comprensione profonda dei comuni valori umanistici ed esistenziali che sono alla base di ciascuna specifica Cultura.

A cura di:

       

Con l’Alto Patrocinio della Regione Abruzzo, della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Chieti e Pescara e di:

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