Amazigh: Berberi del Marocco
La mostra fotografica di Luciano D’Angelo, a cura di Sandra Fiore addetto stampa Cnr, si inserisce nell’ambito della V edizione di ‘Stills of peace and everyday life’ dedicata quest’anno a ‘Italia e Marocco: una ricerca del senso del contemporaneo’
Stills of peace è un progetto, promosso dalla Fondazione Aria, fondato su una ipotesi sperimentale: realizzare ‘eventi’ d’arte e cultura attraverso l’incontro, la comunicazione e la conoscenza di differenti tradizioni culturali nel mondo. A partire dal 7 luglio è possibile visitare tre mostre che rispecchiano lo spirito del progetto ovvero coinvolgere lo spettatore promuovendo la conoscenza del diverso, stimolare senso critico e favorire pratiche di interazione.
Tra le esposizioni c’è ‘Amazigh: Berberi del Marocco’: un occasione per intraprendere un viaggio ideale tra i monti dell’Atlante e scoprire la ricchezza culturale e lo stile di vita di questo popolo che abita il Nord Africa da millenni. Indomiti e fieri, legati al loro idioma originale, hanno scelto di vivere in luoghi impervi e isolati per difendere la loro identità, sottraendosi ad ogni omologazione. “Non a caso i Berberi amano definirsi ‘imazighen’ ovvero ‘uomini liberi’, rifiutando il termine con cui gli altri popoli li conoscono fin da quando i Romani li chiamavano barbari, in quanto di madre lingua diversa dal latino e dal greco”, spiega Vermondo Brugnatelli, fra i massimi studiosi di questa cultura.
Tredici immagini di grande formato rappresentano l’antologia di un copioso lavoro fotografico svolto dall’autore in questo Paese tra il 210 e il 2014.
Luciano D’Angelo, nato a Pescara, dal 1985 si occupa di fotografia di viaggio per l’editoria nazionale e internazionale. Collabora con le maggiori testate di turismo, italiane ed estere, con servizi e reportage di viaggi, cultura e natura, come: Mondadori Bell’Europa; Touring Club Italiano; National Geographic Italia; Meridiani. E’ autore di molti libri fotografici